Tornareccio (CH) - Tasting Abruzzo

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Tornareccio (CH)

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ALTO MEDIOEVO – Se i ritrovamenti fanno supporre insediamenti umani sul Monte Pallano sin da tempi molto antichi, ai piedi del monte, le prime testimonianze risalgono al periodo medievale.
Infatti, nella zona del paese compresa tra il rione Collecentuomini e la contrada Torricchio sorgeva un importante monastero benedettino “Santo Stefano in Lucania” (dal nome della tribù italica, Lucani, che abitarono il Monte Pallano tra il X-VI secolo a.C.).
L’esperienza benedettina fu assai intensa e affascinante, non a caso le popolazioni rurali del tempo, sparse qua e là nel territorio circostante, cominciarono lentamente a raggrupparsi attorno ai laboriosi monaci che, all’insegna della regola “ora et labora”, iniziarono a dissodare i terreni e a renderli produttivi, convertendo “i vagabondi, i cacciatori ed i pescatori in agricoltori” (A. Piazza)
Uniche testimonianze di uno splendore plurisecolare sono:
* Una statua di Santo Stefano, recentemente posta nella facciata del Santuario.
* Una parte dell’antica mensa del monastero, posta davanti all’uscio della casa Tiracchia (tuttora visibile in Via Borrelli).
TRA IL 1060- 1118 D.C. CASTELLUM TORNARICIAE – Il cronista Gregorio di Catino, nel “Chronicon Farfense”, parlando dell’insediamento benedettino, attesta nel 1118 per la prima volta proprio l’esistenza di Tornareccio: “In comitatu Teatino est monasterium Sancti Stephani in Lucania (…) et castellum Tornaricie” (Nella contea Teatina c’è il monastero di Santo Stefano in Lucania ed il castello di Tornareccio). Il castello citato nel “Chronicon farfense”, di cui oggi sono visibili solo due delle sette torri originarie, probabilmente fu fatto edificare dal conte di Chieti Trasmondo, per difendere la popolazione dagli attacchi dei Normanni.
FINO ALLA FINE DEL XV SECOLO, Il “Castrum Tornaricii” fu parte integrante della vicina Atessa.
Sostiene infatti lo storico Tommaso Bartoletti, Tornareccio “ aveva costituito una delle cinque Parrocchie, in cui era diviso il territorio e la popolazione di Atessa. Per cui sino a quell’epoca, i Tornarecciani facevano parte dell’Università atessana e vivevano sotto le sue leggi, quali suoi cittadini”.
Anche da uno studio del 1905 emerge che “Tornareccio (…) in tempo remoto faceva parte dell’Università di Atessa e ne era il Castello”.
14 OTTOBRE 1513 – Dopo essere divenuto nel 1507 feudo della famiglia Colonna di Roma, Tornareccio si separò definitivamente da Atessa.
Da un punto di vista economico e sociale, la lunga sovranità dei signori romani fu per il paese uno dei momenti più disastrosi: i pesanti tributi da pagare ai voraci esattori contribuirono ad impoverire una popolazione già inabissata nella povertà più assoluta.
FINE XVIII SECOLO – la situazione mutò con la legge dell’8 agosto 1806, che aboliva definitivamente il sistema feudale.
Da questo momento, Tornareccio si sganciò dalla signoria dei Colonna e diventò un Comune realmente indipendente.
XX SECOLO - Dopo un periodo senza dubbio positivo, Tornareccio non poté sfuggire le dolorose vicende del XX secolo. In primis con la Prima Guerra Mondiale e successivamente con la Seconda grande guerra mondiale. In quest’ultima si ricorda, tra le mille violenze compiute dai nazisti, la più disumana compiuta la sera del 14 novembre, la quasi totale distruzione del paese in un colpo solo.
I gerarchi tedeschi posero, infatti, barili carichi di dinamite nei focolai delle abitazioni che, una dopo l’altra, furono fatte saltare in aria.
La popolazione, terrorizzata, si rifugiò su Monte Pallano.
Il centro storico del paese fu risparmiato dal barbaro danneggiamento grazie all’eroismo di Vincenzo Lemme, conosciuto in paese come lu piccirille, che riuscì a disinnescare la miccia della dinamite posta nel palazzo Melocchi.
Rassicurati dall’arrivo degli alleati (canadesi e neozelandesi), i tornarecciani lentamente ridiscesero in paese nei giorni seguenti.
Gli anni successivi furono quelli del ricostruzione. Anni difficili. Ma anche anni di rinnovate speranze.

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