Gole del Salinello (TE) - Tasting Abruzzo

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Gole del Salinello (TE)

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Tra i Monti della Laga ed il mare Adriatico si ergono, possenti, due montagne che per identità di caratteri morfologici sono chiamati Monti Gemelli. Nella stretta gola che li separa, scavata dal fiume Salinello, è stata istituita la Riserva Naturale delle Gole del Salinello. L'area protetta è di circa 800 ettari e interessa i comuni di Valle Castellana e Civitella del Tronto, la fascia di protezione esterna è delimitata dalle cime dei due Monti Gemelli: il Poltrone (1720 m) e il Girella (1814 m).
E’ un territorio ricco di sorgenti, anche sulfuree e ferruginose, cascate, ruscelli, laghi e grotte come la Grotta di S. Michele Arcangelo, importante è anche il patrimonio naturalistico con le sue foreste di faggi, querce e castagni, alberi di roverella, nocciolo, leccio e ornello, verdi prati fioriti, le famosissime orchidee e stelle alpine.
Notevole anche la varietà e la rarità della fauna costituita da tassi, scoiattoli, ghiri, donnole, faine, volpi, cinghiali, camosci, l’aquila reale, lo sparviero, il falco pellegrino, il gheppio e la coturnice e tanti altri … Nella riserva, infine, vive il raro geotritone italico, piccolo e timido anfibio amante delle grotte e degli anfratti.
Le bellissime gole sono tappa consigliata per chi ama passeggiare in sentieri che portano alla scoperta di luoghi indimenticabili e pieni di natura.
Proprio nel periodo estivo si può provare l’ebbrezza delle fresche acque con magnifico tuffo; adatto per gli amanti del trekking e dell’avventura… non da perdere nelle vicinanze il Rudere di Castel Manfrino, vero e proprio gioiello dell’architettura militare medievale prima chiamato Castello di Macchia: venne sicuramente costruito a partire dal 1263 dal generale Percivalle d'Oria per ordine di Manfredi in previsione della discesa delle truppe di Carlo d'Angiò, da qui la sua denominazione di Castel Manfrino o Castel Manfrì.
Nel periodo angioino essa era dominata da tre torri ed al suo interno conteneva oltre alle stalle ed agli alloggi della truppa e del castellano, una cappella ed una cisterna accanto all'ingresso.
Per la realizzazione venne utilizzato il legname proveniente dai boschi circostanti che forse all'epoca erano costituiti ancora da specie pregiate come l'abete bianco.
Questa essenza, oggi scomparsa allo stato spontaneo nella zona, sopravviveva almeno fino al 1939.
A quasi 1 km troviamo Macchia da Sole, una pittoresca frazione del comune di Valle Castellana.
Il suo nome deriva dal termine abruzzese medievale “maccla”, traducibile con macchia, bosco.
Fino al XVII secolo era conosciuta anche come Branchisco per la presenza di un tempio in onore di Branco, figlio del dio del Sole, o per il fatto che la zona era utilizzata come pascolo libero per branchi di animali.
Molto più bello l'altro nome, con il quale era citata nei secoli compresi tra ' 400 e '600, Macchia del Conte che faceva diretto riferimento a memorie feudali.
Macchia da Sole e' il centro più' importante, si allunga con i centri della Valle del Salinello e poi con quelli della Valle Castellana.
Macchia presenta quasi esclusivamente edifici moderni e del secolo scorso.
All' ingresso del paese esiste il Palazzo Spagnolo, una casa fortificata con muratura irregolare con conci squadrati agli spigoli; abbiamo poi la seicentesca chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista ed infine questa località soddisfa anche i nostri palati con assaggi di piatti tipici pastorali come il “pecorino”.
A pochi chilometri da Macchia di Sole vi sorge la località Il Ceppo, una frazione di Rocca Santa Maria situata a 1500 m. di altitudine ed anch’essa posata all’interno dell’area dei Monti della Laga in Provincia di Teramo.
In questo autentico “paradiso naturale”, così definito da molti amanti della natura, si possono fare incantevoli escursioni, infatti è meta turistica molto apprezzata anche da fuori regione.
Zona ricca di straordinaria varietà di flora e di fauna.
Nel territorio, con speciali restrizioni, viene assicurata la tutela e il miglioramento del patrimonio arboreo e faunistico.
Il Ceppo è nota ai buongustai per gli ottimi e prelibati funghi porcini che qui si possono degustare.
La strada verso il Ceppo costeggia o attraversa boschi di castagno.
Dal Ceppo, una lunga e panoramica discesa riconduce a Teramo.

Per raggiungerci e il percorso:
Il borgo di Ripe (611 metri) si raggiunge dal bivio al km 17,300 della statale 81, tra i due bivii per Civitella del Tronto utilizzati da chi arriva da Teramo e il bivio (in località Villa Lempa) utilizzato da chi arriva da Ascoli Piceno. Lasciata l'auto nello slargo accanto alla chiesa si sale per pochi metri sull'asfalto, e poi si piega a sinistra per la strada, chiusa al traffico privata, che diventa subito sterrata e prosegue in leggera discesa verso le Gole del Salinello.
Raggiunto uno slargo utilizzato come posteggio quando la strada era aperta al traffico si continua in discesa per una carrareccia più dissestata. Un sentiero a mezza costa, protetto da una staccionata, porta alla base della rampa che conduce all'eremo di Grotta Sant'Angelo (507 metri, 0.30 ore), che si raggiunge per una rampa. Per visitare l'eremo occorre accordarsi in precedenza con il Centro Visite di Ripe.
Tornati al sentiero principale lo si segue con brevi saliscendi, affacciandosi sulle Gole e raggiungendo un nuovo bivio (località Vroga delle Trocche, 587 metri). Qui si lascia il sentiero alto per Castel Manfrino e si scende, seguendo dei vecchi segnavia giallo-rossi, per una ripida rampa con gradini e staccionata. Un sentierino non segnato sulla sinistra permette di raggiungere la base della spettacolare cascata nota localmente come Lu Cacchèma (il pentolone).
Tornati al sentiero principale si raggiunge la base di un macigno a pochi metri dal torrente e si continua in piano in direzione delle Gole. Traversata una fascia di bosco il sentiero entra nella parte più spettacolare della forra, si affaccia sul Salinello, che qui è interrotto da alcune cascatelle, sale con due svolte e prosegue tagliando un pendio ghiaioso. Dei segnavia giallo-rossi sulla destra indicano il difficile itinerario per l'eremo di Santa Maria Scalena. Una discesa porta a un guado (490 metri, 0.30 ore), normalmente intransitabile dall'autunno alla primavera. Il ritorno per la stessa via richiede il medesimo tempo (1 ora).

Torna ai contenuti | Torna al menu 2015-10-30 11:43:56