Parco Nazionale della Majella - Tasting Abruzzo

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Parco Nazionale della Majella

Turismo > Natura Protetta

Il Parco Nazionale della Maiella rappresenta l'anello di congiunzione tra quello del Gran Sasso - Laga, a nord, e il Parco Nazionale d'Abruzzo a sud-ovest.
La Maiella si presenta come un'immensa cupola ellissoidale stratificata in un insieme di colli e montagne, culminanti con il Monte Amaro (2.793 m.).
I fianchi delle montagne sono di sovente mossi da un intreccio di valloni che creano spettacoli canyons.
Un mondo selvaggio che in primavera si trasforma in uno scenario stupefacente, con le fioriture delle praterie d'altitudine, non di rado interrotte da vaste colonie di pino mugo, specie di pino nano, simbolo emblematico del Parco.
Di natura calcarea, il massiccio della Maiella si protrae in lunghezza a forma di bastionata ondulata, che si estende per 86.000 ettari e comprende anche il gruppo del Morrone.
Nel suo perimetro si contano sessantuno vette, di cui almeno trenta superano i duemila metri, un vero regno di rocce, nevai, dirupi, ghiaioni, orridi e pianori dall'aspetto lunare.
Nelle alte quote si osservano interessanti fenomeni carsici e glaciali come inghiottoi, vaste doline, circhi e anfiteatri morenici e suggestive grotte come quella del Cavallone. Particolarmente consistente è il patrimonio botanico della catena montuosa, dove vivono circa 1800 entità e cioè circa un terzo dell'intero patrimonio nazionale.
La natura domina incontrastata nei grandi canyons, come la Valle dell'Orfento, la Valle di Pennapiedimonte, la Valle di Fara San Martino, quella di Santo Spirito, dove vivono animali ormai rari, come l'orso bruno, il camoscio o la lontra. Intorno alla Maiella aleggiano leggende, racconti mitologici, un'aria di misticismo legata indissolubilmente ad una profonda peculiarità dei caratteri antropologici.
Sulla maiella infatti, si trovano tracce di un passato mistico molto intenso, con la presenza di numerosi eremi di epoca medievale, fioriti intorno alla figura di Pietro Angeleri, poi divenuto Papa con il nome di Celestino V.
Le tracce dell'eremitaggio monastico sono presenti in numerosi luoghi di culto, in seguito divenuti sintesi della storia e della cultura abruzzese e tappa obbligata della religiosità pastorale e contadina.
I centri di maggior interesse artistico e turistico sono Pescocostanzo, Pacentro, Guardiagrele, Caramanico, Pizzoferrato, Palena e Campo di Giove.



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